Coltivazione dei crisantemi

Tra i fiori esistenti forse solo la rosa è in grado di superare il crisantemo in quanto a diffusione.

Fioritura dei crisantemi viola
Fioritura dei crisantemi viola

Se poi consideriamo l'epoca di fioritura, ottobre-novembre, si può ben dire che i crisantemi diventano i re del giardino quando esso già comincia a scolorire a causa dei freddi che anticipano l'inverno.

Associare i crisantemi esclusivamente alla commemorazione dei defunti non rende giustizia a questi bellissimi fiori che, nelle loro innumerevoli varietà, riescono ad abbellire il giardino quando ormai tutte le altre piante da fiore stanno appassendo e ci forniscono, allo stesso tempo, anche degli ottimi fiori da recidere per abbellire la casa.
In effetti, solo in Italia sembra che l'associazione tra l'ornamento delle tombe e il crisantemo sia così stretta al punto tale che i fioristi hanno selezionato queste piante proprio allo scopo di avere una fioritura in un arco temporale consono alla commemorazione dei defunti che cade all'inizio di novembre.

Nei paesi del nord Europa, invece, questo fiore non ha mai avuto il significato funebre che gli Italiani gli hanno, forse inconsciamente, attribuito. In altri paesi questi bei fiori viengono utilizzati in ogni periodo dell'anno per abbellire le case, vengono regalati alle feste e compongono persino i bouquet negli sposalizi.

Un po' di storia

I crisantemi sono conosciuti da tempo immemore e già in Cina, ai tempi di Confucio, essi erano estesamente coltivati. Anche in Giappone, intorno all'anno 1000 d.C., essi erano molto diffusi ed ebbero tanta importanza e tanta fortuna da entrare persino nell'araldica imperiale, più o meno come accadde per i gigli presso i re di Francia o le rose per gli inglesi.

Crisantemo giallo

Non sembra che questo fiore, in Europa, sia stato noto nell'antichità e solo intorno alla metà del 1600 giunge notizia dell'introduzione, nei giardini europei, di una pianta che poi assumerà il nome di Chrysanthemum coronarium, nome che verrà volgarizzato e mantenuto sino ai giorni nostri.

Il nome Crisantemo, ossia "fiore d'oro", induce a credere che le prime piante di cui i botanici vennero a conoscenza dovessero presentare esclusivamente una fioritura gialla. Oggi il genere Chrysanthemum comprende un numero di specie molto vario e spesso assai elevato, intorno ad un centinaio di unità; una quindicina di queste specie fanno ormai parte della nostra flora spontanea e hanno saputo adattarsi alle più svariate condizioni di altitudine e clima, tanto che possiamo vedere questo fiore crescere spontaneamente dai litorali marini sino ai pascoli alpini e tra i ghiaioni di montagna.

Le varietà orticole sono ugualmente numerose e si caratterizzano per la diversa foggia dei fiori che possono presentarsi semplici, doppi, a penna, filiformi, a spazzola ecc.

Caratteristiche

Possiamo dividere le specie del genere Chrysanthemum in due grandi grandi gruppi che comprendono le specie annuali, il primo, e le specie perenni, il secondo.

Come abbiamo brevemente accennato sopra, le varietà di crisantemi sono così numerose che se ci si dovesse basare solo sull'osservazione dei fiori si potrebbe confonderle, alcune volte, con altri generi. I crisantemi dai fiori semplici e bianchi assomigliano molto alle margherite, ad esempio, e come le margherite sono fiori molto spesso spontanei. In altri casi la forma dei fiori può assomigliare molto a quella dei fiori delle dalie.

I crisantemi veri e propri, detti anche "crisantemi dei fioristi" sono coltivati per ottenere fiori particolari e il loro sviluppo viene accuratamente programmato, sia in relazione all'illuminazione sia in relazione alla cimatura e sbocciolatura, al fine di ottenere piante aventi particolari caratteristiche dei fiori o fioriture in particolari periodi dell'anno.

Il profumo dei fiori è intenso e caratteristico.

Moltiplicazione

I crisantemi possono moltiplicarsi per seme ma è un metodo utilizzato quasi esclusivamente per la creazione di nuove varietà o per la moltiplicazione delle varietà a fiori semplici.

Il mezzo più spesso usato è invece la talea da prelevarsi intorno alla fine di febbraio o alla metà di marzo e da collocare in un cassone riscaldato. Se si dispone solo di un cassone freddo, invece, la preparazione delle talee deve essere posticipata intorno alla fine di marzo o agli inizi di aprile per le varietà precoci. Le varietà tardive, cioè quelle la cui fioritura anticipa i primi geli, si acquistano invece come piante già radicate presso i vivai.

Le talee possono essere anche invasate singolarmente se non si dispone di cassette idonee; anzi, la collocazione delle talee in vasetti singoli, di 7-8 centimetri di diametro, potrebbe rendere l'operazione di moltiplicazione più agevole non rendendosi necessario il trapianto in vasetti allorquando le giovani piantine (barbatelle) avranno messo radici.

Le talee si ricavano dai getti basali della pianta e se la pianta non presenta getti basali si può ricorrere a qualche getto che si diparte dal fusto principale. Le talee si ricavano dalla estremità del getto conservando integre le ultime foglioline. Le foglie al di sotto si asportano e quindi la talea vera e propria si ottiene praticando un taglio netto ed obliquo al di sotto del punto di attacco di una foglia che avevamo prececentemente asportato. Le talee non devono essere più lunghe di 3-5 centimetri.

Il terreno ideale per la radicazione delle talee consiste di semplice terriccio da giardino su qui collocare uno strato sottile di sabbia di fiume. Se il terriccio è molto soffice si può comprimerlo leggermente. A questo punto si crea un foro poco profondo e si colloca la talea al suo interno; non è necessario comprime il terreno attorno perchè la successiva innaffiatura (moderata e a pioggia sottile) sarà sufficiente a comprimere il terreno attorno ad essa.

Il radicamento delle talee avviene in circa 10 giorni se le avremo collocate in un cassone riscaldato e in circa 4-5 settimane se le avremo collocate in un cassone freddo. Ci accorgeremo dell'avvenuta radicazione per il fatto che la talea avrà emesso nuove foglioline  e, allo stsso tempo, quelle vecchie si saranno inturgidite.

Esiste un ulteriore e facile sistema per moltiplicare le piante che consiste nella semplice divisione dei cespi. Se una pianta si è eccessivamente sviluppata può essere suddivisa in due o più piante semplicemente dividendo l'apparato radicale insieme alla relativa parte aerea; la divisione va effettuata in primavera prima della completa ripresa vegetativa e ciascuna pianta ottenuta può essere immediatamente messa a dimora dando origine a una nuova pianta singola.

Coltivazione in piena terra o in vaso

Fiore a pompon - crisantemo

I crisantemi si coltivano di norma in piena terra o con speciale coltivazione in vaso, ma il primo sistema è il più facile e il più comune. Si piantano in terra le talee radicate, o i polloncini invasati all'atto della separazione dalla pianta madre, allorquando non vi siano più pericoli di gelate o di brinate tardive.

Si provvede alla cimatura e alla spollonatura atta a formare, se è necessario, una buona impalcatura e ad eliminare, volta per volta, tutti i succhioni che andrebbero a danno della maggiore vegetazione della pianta.

L'operazione fondamentale successiva è quella di "mettere in riserva" i bottoni fiorali sopprimendo le vegetazioni che attorniano il bocciolo corona, cioè quello che appare all'apice di ogni getto e che terremo come fiore principale; questo permetterà la formazione di un unico fiore per stelo, ma grande e ben formato invece che di tanti fiorellini. L'operazione della soppressione dei boccioli laterali può avvenire in più riprese, a seconda delle varietà in coltura, ma non dovrebbe mai essere effettuata prima della fine di luglio o la metà di agosto.

Per la coltivazione in vaso la tecnica colturale è un pò meno lineare e un pò più difficile, specie se non si dispone di un composto terroso adatto alla crescita dei crisantemi. Il terreno ideale si compone di terriccio di prato mescolato con un quinto di letame sfatto (cioè estremamente maturo) e un altro quinto di buon terreno da orto di medio impasto. Questo composto dovrebbe garantire un buon substrato per la coltivazione delle piante in vaso. A questo composto bisogna tuttavia aggiungere, ben prima di usarlo, tutti quei concimi, chimici ed organici, che saranno necessari all'alimentazione delle piante.
La coltivazione in vaso necessita di successivi trapianti, almeno tre, mediante i quali le piante dovranno essere rinvasate in vasi di diametro via via crescente.

Una pratica abbastanza comune, per i coltivatori appassionati, è quella dell'isacchettamento. Questa tecnica è sempre consigliabile al fine di ottenere fioriture perfette e consiste nel'utilizzo di sacchetti di carta solforata di centimetri 15x21 che vengono infilati sopra l'infiorescenza, quando i primi fiori cominciano a prendere colore,  allo scopo di preservarli dagli insetti e dagli agenti atmosferici nocivi.

Irrigazione

Una irrigazione contenuta ma costante garantisce un accrescimento delle piante senza rallentamenti. Il terreno non deve presentare ristagni d'acqua per evitare pericolosi marciumi dell'apparato radicale. Durante i periodi siccitosi evitare di lasciare troppo a lungo le piante prive di acqua proprio per evitare una interruzione nello sviluppo e l'avvizzimento delle foglie e dei germogli. Durante il periodo estivo l'irrigazione dovrebbe essere fatta al primo mattino ed è possibile bagnare anche a pioggia ossia bagnando anche le foglie che non ne subiranno alcun danno portando, invece, solo benefici alla pianta. Con l'avvicinarsi dei primi freddi autunnali, al contrario, è bene evitare di bagnare l'apparato fogliare poichè, con le basse temperature, queste potrebbe non asciugare completamente e questo potrebbe dare origine a malattie fungine. A maggior ragione è sempre bene evitare di bagnare i fiori perchè il ristagno dell'acqua li corromperebbe in fretta.

Malattie

Le avversità principali comprendono, fra gli animali, le anguillule, un afide delle radici detto Aphis radicum, il pidocchio nero e un altro insetto, Phytomiza geniculata, la cui larva scava gallerie all'interno della lamina fogliare.
Fra i nemici del crisantemo appartenenti al regno vegetale bisogna annoverare:

  • Puccinia chrysanthemi, che provoca una malattia molto grave, caratterizzata da spore brunastre sotto le foglie e contro la qule, purtroppo, i remedi si rivelano spesso inefficaci.
  • Septoria chrysanthemi, che si riconosce per le macchi di color ocra-bruno che genera
  • Una muffa ( o meglio, un marciume ) dei fiori che è particolarmente frequente durante gli autunni umidi