Le tre più comuni specie di tarli non esauriscono, purtroppo, la famiglia molto numerosa di questi insetti.
Tutti questi insetti hanno un ciclo vitale simile e prosperano in ambiente umido, dove divorano gli zoccolini battiscopa, il legname delle coperture, dei solai, dei pavimenti e dei sottoscala.
Se lo Xestobium rufovillosum, chiamato volgarmente “l’orologio della morte”, per il caratteristico rumore emesso, attacca prevalentemente i legni duri, ed in particolare la quercia.
Altri, invece, come il Pentarthrum huttoni e l’Euphryum confine, prediligono il legname già attaccato dai funghi e che sono collocati in ambienti umidi.
Per contro, il comune tarlo dei mobili mangia praticamente qualsiasi tipo di legno, e questo spiega anche come riesca a provocare, da solo, più danni di tutte le altre specie messe insieme.
Il ciclo di vita dei tarli può essere riassunto in quattro fasi fondamentali:
- Nella prima fase la femmina adulta depone fino a 80 uova nelle crepe e nelle fessure del legno, oltre che nelle giunture e nei vecchi fori di sfarfallamento.
- Dopo 3 o 5 settimane le larve fuoriescono e si infilano immediatamente nel legno dove cominciano a nutrirsi di cellulosa.
- Durante i successivi 3 o 4 anni, le larve scavano delle gallerie all’interno del legno e finiscono per mangiare circa 5 centimetri di legno all’anno per poi arrivare nelle immediate vicinanze della superficie.
- Quando sono prossime alla superficie, le larve si trasformano in crisalidi e finiscono per emergere dal legno, sempre masticando, dopo circa 6-8 settimane.
Attraverso il foro di sfarfallamento i tarli adulti fuoriescono all’esterno per riprodursi.
Dopo l’accoppiamento il maschio muore nello stesso giorno, mentre la femmina sopravvive fino alla deposizione delle uova che assicurerà il ciclo di vita della specie.
Queste quattro fasi riassumono il ciclo di vita che a comune a tutte le specie di tarlo, anche se con tempi differenti.
Volendo accertarsi della presenza o meno dei tarli nei nostri mobili di casa, bisognerà quindi trasformarsi in piccoli investigatori e cercare gli indizi che ci forniranno la prova.
Per prima cosa bisogna verificare se sono presenti i piccoli fori di sfarfallamento attraverso i quali i tarli volano via, nei mesi estivi, dopo essere diventati adulti e pronti per accoppiarsi.
Dal momento che per effettuare un sopralluogo accurato è necessario mettere sottosopra la casa, la cosa migliore è di effettuare questa ispezione durante le pulizie di primavera, in modo da evitare la seccatura di spostare due volete i mobili facendo un doppio lavoro e una doppia fatica.
Bisogna procedere in maniera sistematica, facendo particolare attenzione ai mobili collocati in luoghi soggetti all’umidità, mobili che potrebbero essere colpiti sia da imputrescenza e muffa, sia dalla presenza dei tarli.
Ovviamente, non appena si accerta la presenza dei tarli è bene eseguire un trattamento antitarlo, spennellando per bene la superficie del mobile o, nel caso questo non sia immediatamente fattibile, iniettando l’antitarlo direttamente nei fori con una siringa.
Poiché la permetrina emana un odore non troppo gradevole, assicuratevi che il locale in cui volete effettuare il trattamento sia ben ventilato.