Physalis Alkekengi, coltivare piccole lanterne cinesi

Avete presente le lanterne cinesi? Chissà, forse la loro invenzione si è proprio ispirata ai frutti della Physalis Alkekengi.

Frutto secco dell'alchechengi
Frutto secco dell'alchechengi

Vi sono alcune piante che, probabilmente allo scopo di difendere i propri frutti, dolci e saporiti, dalla vorace ghiottoneria degli animali, ed in particolare di certi uccelli, hanno sviluppato un modo davvero particolare di difesa, racchiudendo le bacche all’interno di un involucro.

L’involucro con cui la Physalis Alkekengi protegge i propri frutti è dapprima completo e simile alla carta di riso delle famose lanterne cinesi e poi, durante l’inverno, si riduce alle sole fibre intrecciate attraverso le quali appare ben visibile la bacca tonda, di colore giallo oppure rossastro, come in filigrana.

L’involucro che spesso si colora alla maturità, spesso assumendo una tonalità rosso scarlatto quanto mai appariscente, accoglie e protegge il frutto della Physalis Alkekengi, spesso italianizzata in Alchechengi.

Insomma, la Physalis rientra a pieno diritto tra le piante strane e bizzarre da coltivare.

Caratteristiche della pianta

La pianta è scarsamente pelosa e quasi glabra, a radice strisciante e fusto angoloso.

Si tratta di una pianta perenne, alta circa 150 cm.

Le foglie si presentano acuminate, intere o grossolanamente dentate.

L’Alkekengi appartiene alla famiglia delle Solanacee (come il pomodoro, la patata, il peperone, per intenderci) ed il fiore, infatti, presenta le caratteristiche costruttive delle piante appartenenti a quella famiglia.

L’elemento di differenziazione sta nel calice accrescente che finisce per avvolgere il frutto vero e proprio.

Come coltivare l’alchechengi

Cresce in qualsiasi terreno ben drenato in pieno sole o ombra leggera.

La pianta è decidua perenne, vale a dire che in autunno perde le foglie e, come molte altre piante, si risveglia in primavera, anche se può essere danneggiata dalle gelate tardive.

È una pianta molto ornamentale anche se può essere invasiva.

la campanula dell'alkekengi

La sottospecie P. alkekengi francheti, talvolta trattata come una specie separata, è una forma più vigorosa della specie con frutti più grandi.

Le lumache sono molto attratte alla crescita della nuova vegetazione, in primavera, e possono distruggere anche cespugli abbastanza grandi.

Propagazione

Semina

La semina si effettua in marzo-aprile in una serra che copre solo il seme.

La germinazione di solito avviene rapidamente e spontaneamente.

Trasferire le piantine in singoli vasi di terreno abbastanza ricco quando sono sufficientemente grandi da poterle maneggiare e poi collocarle in piena terra all'inizio dell'estate.

Le fluttuazioni di temperatura diurna favoriscono la germinazione.

pianta lanterna cinese

Divisione

I cespugli possono essere divisi e, mantenendo una parte dell’apparato radicale, la parte divisa può essere piantata direttamente nella sua posizione permanente.

Tuttavia, per avere maggiori probabilità di successo, è meglio piantare una piccola porzione della pianta in un cassone freddo e farla crescere in leggera ombra fino a quando le radici non si sono ben consolidate prima e poi piantare le piante in tarda primavera o all'inizio dell'estate nel luogo definitivo.

Talee basali

All'inizio dell'estate è possibile creare delle talee che conservino alcuni germogli e una buona porzione di gambo sotterraneo quando sono a circa 8 - 10 cm dal suolo. Le talee possono essere sistemate in singoli vasi e vanno tenute in ombra leggera, in un cassone freddo o in serra, fino a quando non sono radicate bene.

Le talee ben radicate possono essere piantate in estate.

Terreno ideale ed esposizione

Per quanto riguarda il terreno, l’alchechengi ha davvero poche necessità in quanto cresce bene in quasi tutti i tipi di terreni, sia quelli normali, sia quelli tendenti al sabbioso e all’argilloso.

Certamente vi è una predilezione per i terreni non troppo compatti e piuttosto leggeri, mediamente umidi ma dove l’acqua non ristagni.

L’esposizione ideale è in pieno sole o mezz’ombra.

Potatura

Nelle piante adulte, rimuovere i vecchi ramoscelli e il legno morto e potare approssimativamente di un terzo a fine inverno o all'inizio della primavera, poco prima che le piante inizino il ciclo vegetativo.

Se la pianta inizia a sembrare troppo alta e spoglia, dagli una potata abbastanza radicale, tagliando i rami a circa 20 cm di altezza.

Motivi di interesse della Physalis Alkekengi

Chi vuole coltivare questa pianta nel proprio orto ben difficilmente lo farà per la prelibatezza dei frutti.

frutti diversa maturazione

Anche se tutti i gusti sono gusti-come si suol dire-il frutto dell’Alchechengi non è questo granché dal punto di vista del sapore.

Ciò non toglie che il frutto di questa pianta spontanea sia stato usato dalla medicina popolare per alcuni effetti curativi.

Se vogliamo puntare sul sapore, però, più che sulla Physalis Alkekengi è bene puntare sulla Physalis Peruviana e sulla Physalis Pubescens, queste ultime varietà sono infatti coltivate per il loro frutto.

L’interesse per la Physalis Alkekengi è quindi principalmente decorativo. Da questa pianta, dopo la fioritura, quando le lanterne che rivestono i frutti assumono un bel colore intenso, si possono ricavare dei rami per realizzare delle composizioni di fiori secchi.

I giardinieri hanno utilizzato questa pianta anche per abbellire i giardini, in special modo i giardini rocciosi, per l’ornamentazione di paesaggi agresti nei parchi, per la decorazione di aiuole e, piantate qua e là, in gruppo, per dare una nota di colore nel mezzo di un tappeto erboso.

Le più comuni domande sulla Physalis Alkekengi

Ma da dove deriva il nome Physalis?

Probabilmente bisogna risalire alla radice del vocabolo e collegarlo all’antico termine “physan” o forse anche “physalis” che significa “vescica” o “vescicoso”, con riferimento, ovviamente, al curioso involucro del frutto di questa pianta.

La pianta è conosciuta, in Italia, anche con altri nomi, come ad esempio: accatengi, palloncini, chichingero, alchechengi.

L’Alkekengi cresce bene anche in Italia?

La risposta è sì.

La Physalis Alkekengi, pianta originaria dei territori caucasici e cinesi, e da lì forse passata nell’America boreale, dove si è sponteanizzata, è presente anche nella zona mediterranea e ha colonizzato, come pianta spontanea, tutta l’Italia.

La pianta di Alchechengi la possiamo quindi trovare tra le siepi e i boschi, dal livello del mare sino al livello dei boschi di quercia.

La bacca di Physalis Alkekengi è commestibile?

bacca alkekengi secca

Anche in questo caso, la risposta è sì, la bacca matura, gialla o rossa, grossa quanto una ciliegia, è commestibile per quanto il sapore non sia molto gradevole.

La bacca ha un certo effetto diuretico e depurativo e nel periodo di Settembre-Ottobre non manca di attirare l’attenzione del passante proprio a cause dell’involucro rosso.

La pianta della lanterna cinese è velenosa?

Come già ricordato l’Alkekengi appartiene alla famiglia delle solanacee, i frutti sono commestibili quando maturi, mentre la “lanterna” che riveste il frutto, e il frutto stesso quando è immaturo, contiene solanina e quindi non va mangiato.