Il sovescio, per chi non lo sapesse, è una tecnica di concimazione organica vegetale che serve a migliorare le caratteristiche fisiche del terreno e a renderlo più fertile.
A questo scopo vengono seminate determinate specie di piante che verranno poi interrate dopo un certo periodo di tempo.
La funzione delle piante da sovescio è quella di ricoprire rapidamente il terreno e di produrre una grande quantità di foglie, contrastando anche l'azione dannosa di altre piante infestanti.
Le piante che si usano per il sovescio possono essere specie annuali, biennali o anche perenni, più delicate o più resistenti al freddo.
Come tutte le altre specie vegetali anche quelle per il sovescio vengono scelte in base al tipo di terreno richiesto: un terreno argilloso supporta meglio alcune varietà rispetto ad un terreno calcareo, ad esempio.
Diverse piante appartengono alla famiglia delle leguminose, come i fagioli e i piselli, mentre tra le non leguminose ricordiamo la segale e il grano saraceno.
Proprio partendo dalla distinzione tra leguminose e non, andiamo a conosce le più comuni piante utilizzate per il sovescio.
Piante leguminose per il sovescio
Veccia grigia o comune (Vicia sativa)
Si tratta di una pianta molto rustica che si adatta a condizioni climatiche molto diverse ma che non sopporta i periodi di freddo prolungato e l'eccesso di umidità.
I terreni più favorevoli per questa coltura sono quelli a medio impasto tendenti all'argilloso, calcarei e fertili, mentre non si sviluppa bene sui terreni acidi ed aridi.
La veccia comune è una pianta da sovescio che riesce fissare bene l'azoto dell'aria.
Il periodo di semina va dall'inizio della primavera fin quasi a fine estate e va coltivata per due o tre mesi prima di effettuare il sovescio.
La semina può essere effettuata a spaglio o, ancor meglio, a file, effettuando poi un'erpicatura del terreno per interrare i semi.
Trifoglio violetto (Trifolium pratense)
È una pianta dotata di grandi capacità di adattamento che prospera nelle più diverse condizioni climeatiche, dal piano all'alta quota.
Per queste ragioni, pur preferendo i terreni fertili, si adatta bene anche a tutti gli altri tipi di terreno, fatta eccezione per quelli estremamente aridi o estremamente umidi.
Il periodo di semina va da metà primavera a fine estate e la durata della coltura può andare da diversi mesi sino a due anni.
Il trifoglio violetto (o trifoglio comune, o trifoglio pratense, o anche moscino) forma grossi cespi, con fusti ramosi, cespuglianti.
Le foglioline di questa pianta da sovescio sono raggruppate in numero di tre ed hanno una forma tendenzialmente ovale, con fiori di colore porporino o rosato.
Trifoglio incarnato (Trifolium incarnatum)
È una pianta che viene seminata in autunno, in primavera si taglia e poi scompare.
Per queste sue caratteristiche è nato l'uso di sfruttarla nelle coltivazioni intercalari, sola o in miscuglio con loglio italiaco, segale ecc.
Oltre che pianta da sovescio, il trifoglio incarnato è anche una pianta gradevole a vedersi e, con la sua fioritura color cremisi, attira parecchi insetti, in special modo le api.
I fiori sono riuniti in capolini piramidali mentre la pianta è fortemente pelosa con foglioline ovali e dentellate.
Questa pianta predilige i terreni leggeri.
Fieno greco (Trigonella foenum graecum)
Tra tutte le piante da sovescio, il fieno greco è quella che mostra il tasso di crescita maggiore e diventa particolarmente rigogliosa nei terreni umidi ma che siano anche ben drenati.
È interessante sapere che questa pianta, fortemente aromatica, non deve entrare nel ciclo alimentare degli animali da lattie e di quelli prossimi alla macellazione; le sostanze aromatiche tendono, infatti, a passare nel latte e nella carne rendendoli entrambi incommestibili.
Il fieno greco, pur appartenendo alle piante leguminose, non riesce a fissare così bene l'azoto nel terreno, al contrario delle altre. Questo, almeno, in quei terreni in cui non trova le colonie di battteri adatti a questo scopo.
Il fieno greco è una pianta erbacea annuale che raggiunge un'altezza variabile dai 30 agli 80 centimetri.
I fiori sbocciano in aprile-maggio e il frutto è un baccello lungo circa 15 centimetri e a forma di falce.
Erba medica (Medicago sativa)
Le radici a fittone dell'erba medica possono essere molto profonde e le foglie sono particolarmente ricche di sostanze nutritive, tanto da essere un'ottima pianta da foraggio.
Sempre per la ricchezza di sostanze nutritive, l'erba medica può essere anche usata per la preparazione del compost o come pacciame con funzione fertilizzante.
Pur essendo una pianta erbacea dalla grande adattabilità, l'erba medica predilige i climi temperati e non eccessivamente umidi. In zone dove la piovosità è elevata, il medicaio si dirada rapidamente per lasciare posto alle graminacee perenni.
L'erba medica può essere tagliata due o tre volte all'anno.
Fava (Fava vicia)
Anche la fava è una pianta molto nota sin dall'antichità e, come pianta da sovescio, si rivela particolarmente adatta ai terreni pesanti, purchè non vi sia ristagno di acqua.
La fava mal sopporta i climi eccessivamente secchi e non è particolarmente adatta per sopprimere le erbe infestanti.
Ovviamente, tra le tante varietà di fava vi sono anche quelle specificatamente orticole.
Come molte altre leguminose, la fava non necessità di concimazioni azotate proprio perchè il suo apparato radicale, mediante appositi batteri, ha la capacità di fissare l'azoto e, proprio per questa ragione le leguminose vengono seminate.
Lupino azzurro (Lupinus angustifolius)
Tra le piante da sovescio, il lupino azzurro è quella che si dimostra più adatta alla crescita su terreni parzialmente acidi.
È una pianta annuale che si coltiva per due o tre mesi e la cui semina può essere effettuata da inizio primavera a fine estate.
La fioritura dei lupini è particolarmente bella e decorativa.
Alcune cose interessanti che riguardano il lupino sono che il suo seme germina ed emette radici anche quando cade allo scoperto e/o tra cespugli e sterpi. La seconda caratteristica è quella di fiorire in tre volte, cosa che gli antichi agricoltori tenevano in considerazione per il sovescio.
Lupulina o Trifoglio selvatico (Medicago lupulina)
Si tratta di una specie foraggera che deve la propria denominazione e il nome volgare italiano, "luppolina", alla somiglianza del complesso dei frutti con le infruttescenze del luppolo.
La lupolina ama i terreni leggeri ma non aridi e cresce bene anche nelle zone in ombra, è quindi particolarmente adatta per essere seminata sotto alle chiome degli alberi.
Il frutto della lupolina è un legume molto piccolo, di colore nero.
Il periodo di semina ideale va dalla primavera fino alla fine dell'estate e può essere coltivata per un periodo di qualche mese fino ad un anno.
Piante non leguminose per il sovescio
Senape bianca (Sinapis alba)
Appartenente alla famiglia delle crucifare, la senape è particolarmente nota per essere entrata abbastanza di frequente nelle parabole di Gesù, nel Vangelo.
Gesù fa spesso riferimento ai piccoli semi della senape che sono in grado di generare una pianta molto grande e dai cui semi si ricavava un olio.
Nel caso della senape bianca adatta per il sovescio, si tratta di una pianta di dimensioni contenute entro il mezzo metro di altezza.
È spesso considerata una pianta infestante che va presto in seme sui terreni eccessivamente asciutti e che mal sopporta i terreni poveri.
Segale (Secale cereale)
La segale è una delle migliori piante che si possano coltivare per il sovescio, sopporta bene anche i climi rigidi e supera agevolmente l'inverno.
La pianta produce un'abbondante fogliame che è molto utile in quanto non consente alle infestanti di svilupparsi.
La radice della segale si espande in orizzontale giovando, in tal modo, alla struttura del terreno.
Bisogna però ricordare che la semina della segale, come pianta da sovescio, non è indicata nei casi in cui si intenda poi procedere con una coltivazione a semina diretta e rada, poiché la segale può inibire la germinazione.
Facelia (Phacelia tanacetifolia)
È una pianta che produce una gran quantità di fiori color blu lavanda che sono molto apprezzati dagli insetti e, in particolare, dalle api.
La semina si effettua da inizio primavera a fine estate e si coltiva per circa due mesi prima di effettuare il sovescio.
Se si semina tardivamente, è una pianta che riesce a superare anche l'inverno, se il clima è sufficientemente mite.
Grano saraceno (Fagopyrum esculentum)
Il grano saraceno, noto anche come "fagopiro" o "grano nero", è ben conosciuto sin dall'antichità ed ancora oggi, in molte regioni italiane, è alla base di diverse ricette.
Questa pianta presenta il vantaggio di crescere rapidamente e di sopportare anche i terreni abbastanza poveri, dove altre specie troverebbero difficoltà ad attecchire.
I fiori, di colore rosa, attirano diverse specie di insetti e i frutti sono costituiti da una granella che, una volta macinata, fornisce una farina di colore scuro.
Il grano saraceno viene coltivato specialmente in climi temperato-freddi, sfruttando la stagione estiva, più o meno dalla metà di maggio fino alla fine di agosto.