Stiamo parlando di un attrezzo manuale che serve a dissodare il terreno del nostro orto e che è prodotta in tre versioni:
- vanga a forca
- vanga a punta
- vanga piatta
Ciascuno di questi modelli risponde ad una speciale esigenza di vangatura, ovvero viene utilizzata per diversi tipi di terreni.
La vanga a forca è il modello più apprezzato dagli amanti del giardinaggio anche se è forse ancora poco conosciuto rispetto ai modelli più tradizionali a scudo.
Tecnovanga a forca è il modello che consente di dissodare anche il terreno argilloso e pesante, facendo penetrare le punte nella terra e consentendo di sollevare anche grandi zolle con il minor sforzo. In più, il modello a forca è sostanzialmente un jolly, in quanto, pur essendo abbastanza pesante, può essere usato anche per distribuire il concime e interrarlo nella maniera più uniforme, rispetto agli altri modelli.
Non solo: la vanga a forca brevettata dalla Valmas permette anche di cavare patate in maniera facile facendo emergere in superficie i tuberi grazie ai suoi quattro rebbi in acciaio.
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Tecnovanga tipo Varese a punta è particolarmente adatta per terreni a consistenza media e un po' pietrosi. Questo tipo di vanga si utilizza anche per scavare le buche per la piantumazione degli alberi, per esempio.
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Tecnovanga tipo Varese piatta è invece adatta ai terreni più sciolti che possono essere dissodati con maggiore facilità.
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Una vanga brevettata per fare meno fatica
Coltivare l'orto è uno degli hobby più gratificanti ma chi si impegna in questa attività sa che è anche una bella fatica.
Vangare l'orto a mano può essere una passione come una necessità. Molto spesso per le dimensioni dell'appezzamento non vale la pena di investire centinaia o migliaia di Euro per un motocoltivatore.
Secondariamente, con una vanga manuale è più facile dissodare il terreno anche in punti dove un motocoltivatore difficilmente potrebbe arrivare.
Ultimo ma non ultimo:un motocoltivatore su un terreno compatto ha comunque vita complicata: difficilmente riesce a penetrare nel terreno (non essendo un aratro) se prima non si sono sollevate manualmente le zolle, a quel punto sarà facile per il motocoltivatore riuscire a frantumarle.
La vangatura del terreno, insomma, è una attività che sollecita tutti i muscoli, in particolare quelli della schiena, e pertanto dovrebbe essere svolta a più riprese per evitare che strappi muscolari e dolori alla colonna vertebrale ci costringano a letto.
Da qui la necessità di reinventare la vanga, un attrezzo usato da millenni e che per millenni è rimasto sostanzialmente immutato, con la sua parte metallica che viene conficcata nel terreno e il suo manico in legno che funge da leva e serve a sollevare e rovesciare le zolle.
È proprio sull'effetto leva che si concentra la funzionalità della vanga ed è sempre l'effetto leva quello che va a sollecitare maggiormente i muscoli della schiena.
Come funziona la Tecnovanga
Cosa ha di speciale questa vanga, quindi? In che modo alleggerisce la fatica della vangatura?
È presto detto: nel punto di congiunzione tra la lama a forma di scudo (o di forca, a seconda del modello) e il manico, è stato inserito un meccanico mobile, un ingranaggio dentato che permette di inclinare il manico secondo un certo angolo, per poi bloccarlo nuovamente.
Piuttosto complicato da spiegare ma molto più facile da vedere.
In sostanza: la vanga viene conficcata nel terreno come qualsiasi altra vanga, a questo punto si sblocca l'ingranaggio dentato e si sposta in avanti il manico e poi si blocca nuovamente il meccanismo.
Ora la capacità di leva della vanga è sensibilmente aumentata e basterà tirare il manico verso di noi, con poco sforzo, per strappare la zolla di terra.
Certo, per rendere il lavoro fluido è necessario prenderci la mano in modo tale da rendere il gesto sempre più meccanico e quasi automatico, ma una volta che si è capito il meccanismo vangare diventa decisamente più facile.
Questo non significa che questa vanga speciale permetta di lavorare senza alcuna fatica, le zolle una volta staccate vanno comunque rovesciate e il loro peso passa comunque attraverso la nostra schiena.
A questo punto potresti dire: "eh, ma allora non vale la pena!".
Il punto è che vangare a mano costa sempre fatica, qualunque strumento utilizzi, il vantaggio di Tecnovanga è quello di rendere tale lavoro meno pesante.
Questo perché lo sforzo, durante la vangatura, non si concentra tanto sul rovesciamento delle zolle quanto piuttosto sulla prima fase, la parte in cui le zolle devono essere "strappate" dal terreno.
È in questa fase che interviene il meccanismo dentato che consente di aumentare la leva della vanga facendo uno sforzo minore.
Insomma, i vantaggi di questa vanga salvaschiena sono molteplici ma voglio segnalarti anche uno svantaggio: il peso.
Questo è uno svantaggio da un lato ma è anche un dato positivo dall'altro.
Perché dico questo?
Beh, sicuramente l'ingranaggio dentato ha introdotto ulteriore peso a quello che sarebbe il peso di una vanga standard di buona qualità. Questo è uno svantaggio.
Questo svantaggio, però, è anche un pregio perché significa che non si è risparmiato sulla robustezza dell'attrezzo.
È un punto fondamentale: la vanga è un attrezzo manuale soggetto a sollecitazioni molto intense, sia per quanto riguarda la lama che per quanto riguarda il manico.
Il peso, quindi, è giustificato dalla buona qualità dei materiali che, a maggior ragione con l'inserimento di una parte mobile, devono sopportare sollecitazioni intense senza rompersi nel giro di poco, cosa che nessuno di noi vorrebbe, giusto?
Video sul funzionamento della Tecnovanga
Questo video mostra meglio di tante parole il funzionamento della vanga brevettata dalla Valmas e la sua facilità di utilizzo.